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Giochi tradizionali e probabilità di successo: troppo basse purtroppo

Ormai è un proliferare di giochi, a tutti i livelli, nel mondo reale e su internet non si contano più i giochi e i concorsi sui quali possiamo puntare dei soldi, con la speranza più o meno remota di vincere qualcosa.

Siamo circondati da giochi di ogni genere: agli ormai vecchi e straconosciuti lotto, enalotto, totocalcio e lotterie varie si sono aggiunti prima i gratta e vinci di ogni sorta, poi più recentemente scommesse sportive, slot machine, poker e le ultime diavolerie come i concorsi che assicurano una rendita mensile come il win for life o turista per sempre, e di sicuro ce ne siamo scordati qualcuno. Non ce ne voglia nessuno.

Non siamo di certo un caso isolato, questo trend coinvolge anche tutti gli altri paesi europei e non solo loro.
I vari stati hanno capito che un gettito decisamente consistente arriva proprio dal comparto dell'intrattenimento e dalla speranza da tutti noi coltivata, e mai sopita, di risolvere una volta per tutte le nostre preoccupazioni economiche che solo una vincita in denaro e solo la dea bendata ci può portare.

Non c'è niente di male in tutto questo, anzi è giusto che un Stato moderno controlli un settore cosi importante, e che i proventi siano destinati per opere e progetti ancora più vitali e importanti per la società intera.

La cosa che lascia un po perplessi è che uno spazio notevole, una gran pubblicità, viene data verso tutti quei giochi che saranno pure remunerativi per chi li organizza e li gestisce ma non lo sono affatto per gli utenti finali, per gli scommettitori, i giocatori, coloro che vivono la speranza di vincere qualche premio (grande o piccolo che sia).

Intendiamoci subito, il banco, colui che organizza il gioco, deve avare un guadagno certo da un determinato gioco.
Nessuno impiega energie, tempo e denaro, per mettere su una baracca che poi non rende. Lo Stato non può e non deve rimetterci nulla di tasca sua nell'organizzare un concorso a premi come il lotto o il gratta e vinci.

Per raggiungere questo obiettivo il gioco stesso deve essere intrinsecamente a vantaggio di chi lo organizza e difatti è così, quello che noi critichiamo sono le percentuali terribilmente a sfavore di chi invece scommette.

Giochereste mai a "testa o croce" (dove la possbilità di successo è 1 su 2) dove a fronte di un euro versato in caso di vincità vi vengono restituiti 1 euro e 50 centesimi? Tutti voi rispondereste con un categorico "NO", perchè sappiamo bene che abbiamo 1 possibilità su 2 e quindi vorremmo ricevere una vincita netta di 1 euro, se punto 1 euro voglio indietro 2 euro, 1 euro che ho puntato più 1 euro di vincita.
Eppure tutti noi quando giochiamo al lotto, al superenalotto, al gratta e vinci e via dicendo accettiamo delle percentuiali di vincita che sono piuttosto basse, dell'ordine di grandezza dell'esempio assurdo che abbiamo fatto sopra.

Insomma, noi di certo non vogliamo che lo Stato ci rimetta, ma vorremmo anche non essre spennati come dei polli. Chiediamo soltanto dei giochi più onesti, onesti non perchè pensiamo che non siano trasparenti e che ci siano delle irregolarità, ma semplicemente che i tassi di ridistribuzione siano più alti.
Se vi giocate un terno terno al lotto la possibile vincita vi verrà pagata 4.500 volte la posta. Se ci punatate 1 euro ve ne daranno 4.500.
Ma secondo il calcolo delle probabilità avete 1 possibilità su 11.748 di azzeccare il terno, quindi avreste dovuto incassare 11.748 euro, la differenza fà 7.248.
Il rendimento in questo caso è del 38%, è basso, troppo basso.
Se il gioco fosse stato perfettamente equilibrato, quei soldi li avreste dovutio incassare voi e invece se li è tenuti colui che quel gioco lo ha organizzato.

Alzare un pochino la quota renderebbe il gioco più equilibrato e le tasche dei vincitori un pò più piene.